Lo specchio del Rinascimento. Novità su Tiziano e Dosso che ritraggono Ariosto
Il volume (Lucca, Pacini Fazzi 2015) si propone di fare chiarezza sulla spinosa questione dell'iconografia di Ludovico Ariosto, basata, come è noto, su pochissimi ritratti certi, e alterata nel corso dei secoli dall'attribuzione della supposta fisionomia del poeta a ritratti che in realtà non lo raffigurano. Dopo la puntuale disamina della letteratura sull'argomento, divisa tra interventi di storici dell'arte e di italianisti, vengono qui esaminati i ritratti spuri, veri e propri fantasmi ariosteschi che hanno finito per alterare nell'immaginario collettivo il volto del personaggio. Uno di questi, il ritratto opera di Palma il Vecchio della National Gallery (NG 636) viene qui finalmente associato al vero titolare dell'effigie, il poeta veneziano Nicolò Dolfin. Il successivo esame dei ritratti certi ha poi consentito di chiarire che i ritratti che Dosso fece del poeta, ricordati dalle fonti e considerati perduti, sono in realtà conservati, uno agli Uffizi (Inv. 889) e l'altro nel Center for the Arts di Wichita nel Kansas (K 1070). A tali due inediti ritratti del poeta, la ricerca ha permesso di aggiungere anche un piccolo ritratto, da un originale di Tiziano, conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna (GG 106).