La dedica. Storia di una strategia editoriale

Il volume (Lucca, Pacini Fazzi 2009), che risulta essere la prima monografia italiana sul tema della dedica mecenatica, ha per oggetto un testo standardizzato, in cui sono chiaramente individuabili un linguaggio topico e numerosi luoghi tipici ricorrenti. È quindi un microtesto che si evolve con lentezza e che conserva in tutte le epoche dei caratteri similari, al punto che, ad esempio la tipologia della dedica barocca sarà utilizzata anche da intellettuali che si opponevano apertamente alle degenerazioni del secentismo. Una vera e propria strategia editoriale con precisi obiettivi e finalità.
Nella prima parte del saggio si è proceduto all’analisi dei formulari e dei moduli testuali, e alla specificazione delle caratteristiche del sistema e delle sue regole. Emergono quindi le specificità della dedica cinquecentesca, poiché è nel secolo sedicesimo che si consolidano la struttura del meccanismo e la topica dell’epistola dedicatoria. Vengono individuate almeno dieci regole del codice non scritto che governava il sistema, e almeno diciotto luoghi tipici ricorrenti. E' stato pure indagato l'apparato decorativo associato alla dedica, relativo ora allo stemma del atrono, ora al ritratto di questi, ora alla scena della presentazione dell'opera.
Le modificazioni dovute all’influenza del secentismo e lo sviluppo della pratica dedicatoria nel Settecento sono analizzati invece in specifici capitoli della terza parte, in cui è affrontata la variegata casistica dell’utilizzo effettivo dello strumento della dedica.
La seconda parte ha per oggetto significative testimonianze di carattere teorico relative alla consuetudine delle dediche, ora scritte da fautori del sistema con l’intento di denunciarne abusi e deviazioni, oppure allo scopo di rilanciarne l’efficacia di strumento incentivante per gli autori; ora scritte al contrario da uno spregiatore di tale strategia, di cui vuole mettere in luce le criticità in termini di danno all’immagine e alla dignità dei letterati. Un approccio alla fenomenologia dedicatoria che sottintende una generale valutazione del processo e che può tradursi in un racconto che ironizzi sulle intitolazioni fallite di uno sfortunato poeta, o nella ripubblicazione antologica di lettere di dedica proposte a mo’ di esempio in un momento di grande espansione della consuetudine.